venerdì 9 ottobre 2009

UNA SBERLA ALL’EFFICIENZA -Prendo 1 e pago 2-

Non capire come va il mondo è diventata per me una sensazione abituale. Fino a ieri sentirsi rottamato come una vecchia automobile era per me merce corrente. Non sono certo un virgulto e come un ammasso di mobilio in liquidazione mi aggiravo per i corridoi di Galleria Margherita 7, conciato da uomo sandwich, mostrando davanti e dietro due cartelli con su scritto “sconti con rottamazione” e “prezzi congelati”. Si, è vero! La caduta di ogni certezza, se aveva qualcosa di tragico anche per il più gelido degli osservatori per me che la vivevo era sconcertante e raramente liberatoria. Eppure giudicavo il mio ruzzolone tra le pieghe dell’età, decoroso come si conviene, perché era travestito da new economy che mio malgrado riservava ai più giovani posizioni di preminenza nella moderna organizzazione del lavoro. E l’amministrazione si è spesa più volte in questo senso sull’interpretazione della giovinezza come sinonimo di produttività.

Si sono allora aperte le cataratte oggi quando il direttore ha invece asserito di preferire un anziano per il lavoro di sezione piuttosto che un ventenne tentando di far apparire la produttività come il minimo dei mali. Si fosse trattato del contrario, avrei detto:”Guarda che razza di insensibilità!” e mi sarei persino rallegrato di lavorare in un ufficio in cui noncuranze come queste sono soltanto un gesto individuale, l’oltraggio di un singolo. E invece no.

Siamo convinti, Direttore, che però stavolta il suo elogio sperticato dell’esperienza e della professionalità serve solo da alibi dialettico per giustificare spostamenti immotivati.

E veniamo al dunque. Questa O.S. Cobas ritiene anacronistica ed incomprensibile la nuova suddivisione “condominiale” del coordinamento back office. Forse la spiegazione sta nel classico motto: “dividi et impera”..ma no, non basta.
Una discussione in merito è stata affrontata con la RSU, ma quanto si è saputo per i Cobas non risulta essere digeribile senza manifesti vizi di rigetto: la motivazione logistica e strutturale dell’immobile, rivendicata dalla direzione, che sta alla base della scelta di spezzare in due il coordinamento back office, ci è parsa solo una battuta caustica.
Ancora: la presunta difficoltà insita nella gestione di 52 sezioni da parte di un unico coordinatore, a maggior ragione si ripresenta anche per due, dovremmo dire “capiscala”(?!), se ad essi si accolla ad interim anche la loro sezione. Per di più, non incrementando il numero di personale di supporto, e suddividendolo fra le due “palazzine” in una sorta di “moina” borbonica, non può non aumentare la complessità di gestione del relativo coordinamento. Le attività di monitoraggio raddoppiate, separate in casa, andranno poi riunite. A cura di chi? Della direzione, come ha suggerito il direttore stesso?
Un po’ di concretezza avrebbe consigliato di mantenere unite almeno le attività di programmazione delle sostituzioni e di monitoraggio. Il nostro sgomento è ormai un’ulcera perché non riusciamo a capire quale incerta congerie di interessi (naturalmente organizzativi) sia alla base di tale ulteriore sberla all’efficienza e all’efficacia, come recita il titolo e quali esperti collaboratori possano aver consigliato una così arretrata e stolida soluzione, per non dire squilibrata naturalmente nei numeri e volutamente nelle assegnazioni, tutt’altro che in linea con i dettami miracolosi della flessibilità, del liberismo e della produttività. Saremmo quasi onorati di una direzione no-global, se non fossimo alla presenza in nuce di ciò che esprime bene la voglia di dare un calcio a sindacati a lavoratori, la parola “governance”.In apparenza presenza istituzionale di regole del gioco e di garanzia al di sopra delle parti. In pratica tutto il potere alla direzione e nessun controllo da parte dei lavoratori.

NB: Avremmo voluto seguire il suggerimento della direzione di evitare di “scrivere” scegliendo il rapporto verbale. Di fatto temiamo che questo suggerimento nasconda un insidia che personalmente ci preoccupa visto il precedente di decine di istanze e richieste cobas che la direzione non ha mai ritenuto di prendere in considerazione mai convocandoci nè incontrandoci, contribuendo spesso a far apparire che le stesse erano state promosse da altre o.s. Non si tratta ovviamente di una questione di priorità o di personalismi di sigla. Importante che le istanze dei lavoratori siano state recepite e accolte. E solo che riteniamo che la fiducia e la disponibilità debbano essere condivise e non solo a parole.


Roma, 8 ottobre 2009-10-08

p/ Cobas Pubblico Impiego
Angelo Daruni Ciaffi

PROVE FALLITE DI DIALOGO - Una denuncia della O.S. Cobas -

Ormai ogni mattina si è preparati a tutto, ma crediamo di aver avuto ieri un trasalimento all’arrivo

della lettera di ringraziamenti della direzione ai segretari, per le promesse di impegno piluccate durante il ”Tour” del giorno prima sulla proposta di fattiva collaborazione a un’attività extra. La notizia, bisogna riconoscerlo, ha raggiunto il suo effetto a sorpresa. Essa ci ha turbato.


L

’O.S. COBAS P.I. DELLA CTP DI ROMA CONSIDERA GRAVISSIMO IL comportamento della direzione che, oltre a non aver fornito a tutt'oggi risposte su questioni importantissime per l’organizzazione del lavoro e la salute e la sicurezza dei lavoratori rimaste sconsolatamente insolute, con un atteggiamento che si commenta da solo, scavalcando RSU e OO.SS, ha pensato invece di rivolgersi direttamente a tutti i lavoratori per carpire adesioni su una attività straordinaria in quanto pregressa e pertanto remunerabile solo con l’istituto dello straordinario.

L’organizzazione Cobas P.I., lamentando tale uso di porre in essere trattative dirette con i lavoratori, senza la mediazione degli organismi sindacali e anzi in contrapposizione ad essi, con ciò negando loro la qualità di naturali antagonisti nella dialettica, lancia il sospetto che dietro a tale progetto di “comunicazione diretta” si celi la sottile intenzione denigratoria di svilire la funzione propria delle RSU e delle OO.SS. stesse. La gara a dar picconate ai diritti sindacali non conosce pause ed eccezioni.

Il caso di specie, condivisibile nel merito, è fallace nel metodo in quanto, scavalcando irrimediabilmente l'interlocutore sindacale e negandogli il ruolo che gli è stato attribuito dal nostro ordinamento, pretende impropriamente dai lavoratori di pronunciarsi verbalmente sul consenso ad una attività straordinaria, quale quella di estrazione delle sentenze dai fascicoli d’udienza 2000-2001, che va a modificare i già pesanti carichi di lavoro ed è perciò rientrante come tale nell'ordinaria contrattazione sindacale.

Siamo convinti a questo punto che le uniche conclusioni possibili per la direzione siano l’immediatezza della revoca di tale richiesta di inviti alla collaborazione ( di per sé scontata ma, visto il metodo, piacevolmente estorta) e il contestuale avvio della legittima contrattazione sindacale sui carichi di lavoro.

Roma, 6.10.2009

p/Cobas Pubblico Impiego

Comitato di Base CTP Roma

NON PARLARE AL CONDUCENTE (?)


Questa o.s. Cobas, non senza delusione e conseguente amarezza, si pregia segnalare nuovamente all’attenzione di questa Direzione alcune già note richieste di intervento su vari argomenti, sollecitate ben quattro mesi or sono, che a tutt’oggi risultano essere state disattese. A seguire, altre che nel frattempo si sono aggiunte:

• Abilitazione per gli usi consentiti dei collegamenti telefonici urbani per tutti i lavoratori;

• Connessione internet, per usi consentiti, per i lavoratori che ancora ne sono privi, alla pari di altre aree, altri uffici, altre amministrazioni;

• Adeguamento dell’organico della line di front-office onde impedire l’innesco di condizioni di mobbing relative a casistiche legate ai sovraccarichi di lavoro;

• Riorganizzazione unitaria e complessiva dell’organizzazione del lavoro invece di avvalersi ripetutamente della facoltà di conferire incarichi informali di breve durata “in attesa del nuovo assetto organizzativo” (con tutto ciò che da tale stato di incertezza consegue in termini di funzionalità degli uffici e dei servizi), procedendo nel frattempo a riorganizzazioni parziali con un sequel infinito di provvedimenti slegati che non permettono il controllo sinergico delle attività né la verifica periodica sulla rispondenza delle determinazioni organizzative ai principi di correttezza dell’azione amministrativa e la sua imparzialità e la rispondenza al pubblico interesse dell'azione amministrativa. Non risponde alle finalità indicate dall’art.97 Cost. (né ai criteri dettati dall’art.2, comma 1, D. Lgs. 165/2001) disporre del personale sulla base non di un disegno riorganizzativo fondato su oggettive esigenze e su criteri di buona organizzazione, bensì in relazione alla maggior “fiducia” riposta sul funzionario di turno. Non possono utilizzarsi atti organizzativi che rischiano di finire per attuare pratiche di mobbing o bossing che sono illecite di per sé.
• Riformulazione di alcuni servizi in corso di sperimentazione, p.es. quello di rilascio di copie sentenze digitalizzate, di cui non si riesce a cogliere alcuna valenza intrinseca se non come “riserva indiana” creata ad hoc;
• Attribuzione ingiustificata”temporanea o non” al personale, di mansioni superiori alla loro qualifica, senza che ricorra alcun elemento oggettivo e contrattuale che possa prevederne l’attribuzione. Ciò a nocumento del rimanente personale in tal modo discriminato e dei servizi più sofferenti (p.es. front- office) e a vantaggio di quelli meno critici (p.es autofunzionamento); Può risultare assai incerto il confine tra gestione flessibile delle risorse umane e il mero arbitrio: il superamento del c.d. “mansionismo” non può far dimenticare che la professionalità è un valore anche nel pubblico impiego (contrattualizzato e non); che i principi di correttezza e buona fede valgono anche in questo ambito e che, giova ripeterlo, ai sensi dell’art.5 D. Lgs. 165/2001 determinazioni organizzative e misure per la gestione dei rapporti di lavoro devono “assicurare l'attuazione dei principi di cui all'articolo 2, comma 1, e la rispondenza al pubblico interesse dell'azione amministrativa.

• Disciplina anomala per il procedimento di concessione del congedo ordinario ( vedi l’obbligo illegittimo di anticipazione di 3 gg. per la richiesta, ecc.);

• Trattamento dei dati Sensibili e Personali: questa direzione non ha ritenuto dover mettere a conoscenza il personale dei nominativi degli incaricati del trattamento;

• Responsabile per la Sicurezza: dall’ 8 giugno c.a. a seguito della revoca del mandato al soggetto incaricato, non è stato più indicato alcuno a ricoprire tale figura nell’ufficio che a tutt’oggi ne risulta sprovvisto.

Questa o.s. è convinta che la Direzione nella sua conclamata rilassatezza, dovuta peraltro ad eventi contingenti e fortuiti che sfuggono ad una precisa volontà dilazionatoria, possa condividere le preoccupazioni dei lavoratori nel comune interesse di perseguire una politica gestionale non imbalsamata che valorizzi oltre all’efficienza e all’efficacia anche la salute e la sicurezza dei lavoratori stessi. Pertanto Le sarà grata se la stessa volesse assumere opportune e urgenti determinazioni rispetto alle problematiche evidenziate che a sommesso avviso di questa o.s. diventano sempre più indilazionabili.

Roma, 17 settembre 2009

p/ Cobas Pubblico Impiego
Angelo Daruni Ciaffi