martedì 2 giugno 2009

FUGA NELL'AUTOREFERENZIALITA'

CERTAMENTE QUESTA ORGANIZZAZIONE NON HA LA PRETESA DI ESSERE per i vari “soloni” un veicolo simile al carrozzone mediatico sindacale a livello nazionale, tuttavia è uno spazio critico con discrete potenzialità a livello locale. Troppo poco, evidentemente, per chi percepisce solo i “giganti” della politica sindacale, che disponendo di grandi mezzi ( anche finanziari) non se la sentono di stare sulla “strada”, sul posto di lavoro e, perché no, nei vicoli della rete, là dove un lavoratore può confrontarsi alla pari con un navigato dirigente.

Evidentemente per la logica dei grandi numeri, si ritiene ininfluente un confronto sindacale, dimostrando spocchiosità e talvolta autoreferenzialità. E’ singolare, ma in questo ufficio, come nel paese, le critiche danno un fastidio incontenibile. Si preferisce confrontarsi soltanto con chi è d’accordo con noi, si vuole “piacere” a tutti i costi e chiunque muova un rilievo o una critica, automaticamente viene iscritto nella lista nera, delle persone o luoghi da non “frequentare”.

Nell’ultima riunione è stato ventilato che non è possibile confrontarsi con coloro (ndr: i Cobas) che “vedono nel sindacato solo i vantaggi di un ruolo che altrimenti non potrebbero avere” e non l’esercizio di una funzione sociale. Tentativo di delegittimazione del tutto irrilevante. Tutti i componenti di questa organizzazione sono lavoratori generosi che con sacrifici “fanno sindacato” senza alcun particolare “vantaggio” personale, anzi spesso pagando in modi diversi la propria collocazione sindacale. In verità, la “dialettica” sindacale nel nostro ufficio va assumendo nelle ultime settimane toni inaspettati. Come sempre è accaduto il critico più critico è sempre quello che si dice più vicino.

In particolare ci si è lasciati andare all’attacco personalizzato e al lancio di “anatemi” che segnalano purtroppo una concezione “proprietaria” delle istituzioni e l’opposizione viene vissuta come una minaccia al proprio ruolo, da difendere anche con i denti. Le nostre critiche condivise dagli altri sindacati, oggi stranamente muti a parte qualche eccezione hanno riguardato innanzitutto iniziative della gestione “attuale” e non hanno affatto rilevato disattenzioni pregresse come invece si è affermato nella stessa riunione e, che ci si creda o no, non sono state intentate, ribadiamo con forza, per assumere un ruolo altrimenti impossibile. Ricordiamo che la ns. organizzazione non è interessata a nessuna concertazione, ne tantomeno a sedersi in trattativa sulle poltrone buone dell’amministrazione. Riteniamo che i nostri interlocutori siano i lavoratori e crediamo nell’utilizzo del lecito conflitto sindacale a garanzia dei loro diritti. Sarà bene che si rifletta. E’ da troppo tempo che si vede in chiunque dal basso, fuori dal circuito delle organizzazioni accreditate, si candida ad offrire una rappresentanza alternativa, come un nemico insopportabile e in quanto tale da delegittimare.

L’insofferenza o l’atteggiamento “snob” verso questa o.s., ha alla radice questo dato politico e culturale. Se dopo tutte le numerose segnalazioni fatte non siamo stati sentiti nemmeno una volta e le stesse non sono degne di risposta non sarà certo una coincidenza. Sappiamo che non è così. Si avverte nell’aria un fastidio, un tentativo di non misurarsi con la forza delle idee, di non accettare un “terreno” paritario di confronto. Riteniamo che sia una irrazionalità politica che oltretutto dimostra una sottovalutazione del conflitto sindacale e dei suoi meccanismi di consenso tra i lavoratori.

Detto questo, occorre prendere atto della cosa e trarne un giudizio politico - sindacale. Non vogliamo essere profeti, né cattivi né buoni, ma siamo convinti che quella modestia che ora non è più nelle corde tornerà ad essere la premessa indispensabile per individuare una “via di uscita” dall’attuale disastro verso una nuova e più positiva stagione.

Siamo d’accordo che l’arroganza di questi giorni peserà sulla discussione che ne seguirà. Alcuni di noi avevano intravisto un’apertura in alcune prese di posizione iniziali di questa gestione datoriale. Ora sta prevalendo l’idea, anzi la convinzione che gli ultimi interventi inefficaci, non convincenti e ingiusti stiano bruciando ogni iniziale concordia. Nessuno ha idee molto chiare, ma su una cosa è maturato un convincimento comune: chi non si confronta, chi lancia anatemi non può nutrire grandi speranze.

P/ Cobas Pubblico Impiego

Comitato di Base Ctp Roma

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