lunedì 1 giugno 2009

LETTERA APERTA

CARI COLLEGHI LAVORATORI,

perdonateci se vi rubiamo un po’ di tempo per invitarvi a riflettere insieme a noi sulla comune condizione di lavoro onde tentare di fronteggiare una prospettiva al riguardo

che si va facendo sempre più incerta e preoccupante.

Infatti in uno scenario dove convivono:

a) i drammatici aspetti giuridico-economici e morali del nostro rapporto di lavoro;

b) il residuo spazio politico che la classe politica e una compiacente burocrazia riescono ancora ad assicurare alle tradizionali OO.SS. e con il quale ogni volta si affrettano a sottoscrivere contratti pessimi;

c) la sconcertante incapacità della nostra dirigenza di rappresentare ai nostri organi gerarchici il profondo malessere in cui versa tutto il personale e di reagire contro le cause di carattere normativo che determinano disfunzioni ed inefficienza nell’azione amministrativa;

d) il pressappochismo della classe politica che scarica sulle spalle del personale dipendente, avvilito da decennali umiliazioni di ogni genere, il peso eccezionale e spropositato di una capricciosa legislazione in continua evoluzione;

e) la spaventosa apatia di quanti pur elaborando nel proprio intimo propositi di protesta, alla fine non sanno pervenire a forme di opposizione adeguate alla gravità delle circostanze;

ci vediamo costretti ad incassare anche la constatazione amara che nel nostro ufficio, nonostante le attuali condizioni di degrado, di insicurezza, di carenza di personale e di disorganicità di attrezzature e risorse non si è ancora proceduto, con ordine e lungimiranza, ad individuare un piano di riorganizzazione generale che porti, concretamente e definitivamente, a soluzioni giuste, logiche e costruttive.

Una riorganizzazione dell’ufficio quindi più che mai necessaria e urgente congiuntamente ad una verifica dei carichi di lavoro, a seguito di mutate condizioni dovute sia a nuove lavorazioni aggiunte che ad un avvicendamento/mobilità di diverse unità di personale tra i vari servizi che ha modificato i carichi già noti;

Tutto ciò ci induce a scrivere questa lettera aperta per fare appello alla vostra dignità di persone libere e sollecitare il vostro sostegno e il vostro contributo alla lotta comune contro tutte le incomprensioni e i mancati riconoscimenti che siamo costretti quotidianamente a superare.

Relazioni Sindacali

Circa la necessità si sviluppare positivamente le relazioni sindacali, che nelle precedenti gestioni datoriali avevano marcato il passo, è da rilevare un punto qualificante: quello relativo, oltre ovviamente al diritto di informazione, alla facoltà affermata per le oo.ss. e le rappresentanze sindacali, che è rimasta in buona sostanza inoperante, di poter arricchire il processo decisionale con i contributi delle esperienze di un soggetto collettivo, particolarmente qualificato, quale quello dei lavoratori.

Non si vuole certo dire che la presenza del sindacato debba essere intesa come una sorta di “cogestione”, o come un attentato all’autonomia della direzione: il principio, rettamente inteso, sta a significare la possibilità di arricchirsi reciprocamente. Questa opportunità dovrebbe essere colta in pieno.

Ribadiamo che il compito del sindacato consiste tra l’altro nel far presente le proprie osservazioni, che provenendo da un soggetto portatore di interessi collettivi hanno un valore, una valenza che va sovente ben oltre il singolo caso, coinvolgendo interessi e valutazioni di più ampio respiro che è bene conoscere.

Questa o.s. ritiene che non cogliere appieno questa occasione costituirà una debolezza nella gestione dei problemi quotidiani dell’ufficio.

Mansioni

Ogni lavoratore ha diritto alla prospettiva di un progressivo miglioramento della propria capacità professionale, e se in ufficio esistono mansioni superiori e confacenti, che si collocano nelle medesime aree professionali rispetto alle mansioni precedenti, allora questa o.s. ritiene che tutti i dipendenti, e non uno o pochi, abbiano il diritto di esservi adibiti.

Da ciò derivano dei quesiti irrisolti: “ per analogia, sarebbe allora altrettanto lecito autorizzare tutto il personale di II area – fascia 2 a gestire l’udienza anche se ciò contrasterebbe con i limiti opposti dalla normativa e con le condizioni che subordinano ciò all’obbligo di remunerarne lo svolgimento?”. Oppure ancora: “premesso che il personale avente una data qualifica è inquadrato in modo corretto nella qualifica prevista per una precisa mansione dal contratto collettivo, il fatto che il datore di lavoro attribuisca ad alcuni lavoratori una mansione di qualifica superiore rispetto alle mansioni svolte prima, fa nascere negli altri colleghi il diritto ad essere adibiti anch’essi alla mansione di qualifica superiore?”.

Anche se dal punto di vista sindacale potrebbe sembrare che con l’operato della direzione volto a non tener conto delle qualifiche nell’attribuire mansioni si vogliano introdurre tra i lavoratori profili evidenti di discriminazione e di divisione, siamo tuttavia convinti che in tale indirizzo non ci sia l’intenzione di mettere in discussione l’intera linea di contrattazione sindacale, sovvertendo quel sistema di declaratorie e profili professionali faticosamente conquistato e che sta a presidio non solo della professionalità dei lavoratori, ma di un intero sistema di garanzie per il quale ciascuno “ha” secondo le proprie capacità lavorative.

Con ciò questa o.s. mira a difendere proprio la professionalità dei lavoratori: in caso di situazioni particolari di carenza di personale non è forse il lavoratore più diligente e laborioso che ha dimostrato di essere in grado di affrontare tale mansione di natura superiore a cui essa può essere attribuita, o può trattarsi di una elargizione univoca e unilaterale della direzione?

Risorse umane

E’ inoltre da segnalare la confermata contraddittoria tendenza che vede svuotare di personale le “line” (Back e Front Office) delle quali è nota e ribadita più volte la condizione di carenza ed estremo disagio, a tutto vantaggio dell’autofunzionamento le cui dotazioni organiche continuano a crescere senza alcuna contestuale enumerazione dei motivi e le comprovate ragioni tecniche organizzative.

Questa o.s. non ha difficoltà a dare credito a criteri di razionalità, ma a condizione che si tratti di obiettive esigenze organizzative e produttive; che non siano a senso unico, ovvero che abbiano un corrispettivo in termini di qualità. Il che lascia non pochi dubbi se si guarda al sovraffollamento di personale presente in alcuni servizi con tutto quello che ne consegue a livello operativo vista al mancanza di scrivanie, sedie, terminali, ecc. tanto che c’è chi deve sperare che non venga un collega per non restare in piedi nella stanza.

Ferie

Il diritto alle ferie ha come noto un preciso riconoscimento costituzionale. Si tratta di un diritto irrinunciabile e ciò comporta che il recupero delle energie psicofisiche a mezzo delle ferie è tutelato dall’ordinamento col grado più alto, addirittura contro la stessa volontà del titolare del diritto, come accade ogni volta che si tratti dell’integrità delle persone.

Nel pubblico impiego il concreto esercizio del diritto alle ferie è tradizionalmente sottoposto al vaglio delle compatibilità con le esigenze organizza tive dell’amministrazione, identificate nell’interesse alla continuità del funzionamento degli uffici e dei servizi.

Questa o.s.tuttavia ritiene che il potere del datore di lavoro non può essere esercitato in modo da svuotare il diritto stesso, il che può avvenire, come in questo caso, anche chiedendo di formularne la richiesta con largo anticipo (tre giorni) in maniera tale da non consentire una programmazione efficace del proprio recupero di energie psicofisiche.

Per di più l’art.16 del CCNL ( che è quello del 16.5.1995) citato nella direttoriale non recita nulla in merito di questo anticipo di tre giorni con cui debba formularsi la richiesta di ferie.

In altre parole, si può dire che il datore di lavoro non può esercitare il suo potere senza tener conto anche della protezione assicurata dall’ordinamento agli interessi dei dipendenti, o altrimenti, al di la di certi limiti, lo eserciterebbe in modo sbagliato o illegittimo.

Questa regola di necessario contemperamento di interessi, è opinione di questa o.s., dovrebbe essere concordata con i lavoratori e le rappresentanze sindacali.

Noi sottoponiamo queste considerazioni alla valutazione della Direzione; ci limitiamo tutttavia a sottolineare a voi cui questa è principalmente diretta, per l’ennesima volta, la priorità del momento politico su quello dell’intervento istituzionale poiché crediamo in un costante processo di lotta e di crescita dei lavoratori, di un nuovo e risolutivo rapporto di forza all’interno dell’ufficio.

Roma, 13 maggio 2009

p/ COBAS PUBBLICO IMPIEGO

Comitato di Base CTP Roma

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