martedì 14 aprile 2009

CHE FAI ALL’ALBA? GLI STRAORDINARI…..


L'O.S. COBAS – CHE RACCOGLIE IN UN PROGETTO ORGANICO FONDATO SU principi di uguaglianza, di solidarietà e di giustizia sociale le aspirazioni, i bisogni, le domande che nascono dalle istanze di base, organizzate nei posti di lavoro e nella società; un’o.s. che si propone contro la disoccupazione e per l’emancipazione e la redistribuzione fra tutti, del lavoro esistente e necessario, non può che essere contraria alla gestione degli straordinari così come è tenuta dalla nostra amministrazione..

A maggior ragione disapprova l’elevazione delle operazioni di apertura e chiusura dell’ufficio al rango di lavoro straordinario, ora che essa è svolta anche (l’apertura) da personale di III area.


Fare gli straordinari prima dell’orario d’ufficio rende. E in periodo di grandi incertezze economiche è comprensibile che un lavoratore o una lavoratrice decida di assecondare tale richiesta. Una manciata di soldi in più non sono male, visti i ridicoli aumenti conquistati dai sindacati nel rinnovo del contratto. Di fatto tutti gli emolumenti accessori sono diventati nel corso degli anni, grazie dunque a contratti sempre più iniqui, una parte importante degli stipendi sempre più miseri e siamo perfettamente consapevoli che la nostra contrarietà agli straordinari potrebbe risultare oltremodo impopolare tra i lavoratori.Questo costume suscita però molte perplessità e potrebbe celare molti pericoli:


  • VISTO che la disciplina normativa del lavoro straordinario è caratterizzata da taluni limiti, di natura sostanziale e quantitativa. Nella fattispecie il lavoro straordinario è vietato ove non abbia carattere meramente saltuario ed in assenza di ulteriori condizioni;

  • CONSIDERATO che un meccanismo procedurale affida al confronto con le organizzazioni sindacali, nel rispetto comunque del monte ore complessivo, la individuazione dei casi eccezionali - debitamente motivati;

  • STANTE il caso del lavoro straordinario corrisposto al lavoratore in forma continuativa, questo genere di retribuzione dev'essere inclusa nel calcolo del trattamento di fine rapporto;

Fatte salve tali argomentazioni, questa o.s. Cobas rileva quanto segue:

PRIMO: Il ricorso all’istituto dello straordinario in questo caso è necessario? Lo straordinario prestato in modo fisso e continuativo per l’apertura e chiusura si contraddice diventando lavoro ordinario e non rappresenta più, come invece dovrebbe, un sistema per sanare l’emergenza, ma una mera ed illegale estenzione abusiva dell’orario! Nondimeno, per quanto riguarda l’apertura, non può trattarsi di straordinario il lavoro prestato durante la flessibilità, se per di più quest’ultima viene anche recuperata anticipando l’uscita.

SECONDO: la trovata di considerare straordinario anche periodi di tempo inferiori ad 1 ora, può far piacere, ma purtroppo non ha riscontri contrattuali e ci stupisce molto facendoci tornare alla mente il disappunto per le ore incomplete di straordinario, sottratte interamente al compenso per pochi minuti di differenza. “Due pesi e due misure”?

TERZO: le operazioni di apertura e di chiusura esistono ovviamente da sempre, ma se fino ad oggi hanno avuto modo di essere a mezzo di turnazioni d’ufficio senza la corresponsione di alcuna maggiorazione, ora invece si è pensato di utilizzare il lavoro straordinario; tradotta in “aziendalese” tale innovazione vuole significare una riduzione dei costi? O non vale ancora il detto: “due pesi e due misure”?

Scriviamo queste righe raccogliendo i malumori e le incertezze dei lavoratori sulle reali esigenze e ragioni di pubblico interesse che rendono opportuno il ricorso a prestazioni straordinarie per l’apertura e chiusura dell’ufficio. Riteniamo con essi che tale soluzione non apparendo idonea, sia sul piano formale, che sostanziale, a legittimare la necessità in esame, non sia misura valida per affrontare una esigenza organizzativa. Meglio sarebbe cercare una soluzione in questo ambito.

Questa o.s. si è dichiarata contraria in linea di principio al lavoro straordinario per i motivi già espressi, ma in subordine chiede la suddivisione del monte ore fra line e servizi, nessuno escluso, in proporzione del personale in carico poiché ha certezza consolidata che tulle le line e i servizi, con le loro giacenze, sono essenziali all’organizzazione e funzionamento dell’ufficio.

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