CHIEDE
se questa che può essere definita solo una “parvenza” sub-umana di lavorare in condizioni tragiche e mostruosamente empie, ancora corrisponda alle reali aspettative di ognuno o se non sia per noi giunto il tempo di lanciarsi uno sguardo aperto confrontandosi pubblicamente per decidere se è il momento di abbandonare o no questa nave prima di inesorabilmente colare a picco con essa.
In uno spettacolo di decadenza che prende allo stomaco, il gioco delle parti fra Inarcassa ed Amministrazione, entrambe imbalsamate in una logica seviziatrice e oltraggiosamente arroccata sui propri ritorni economici, funziona per noi come un tritacarne: “fra continui infortuni e malanni vari non si può che vaticinare la nostra prossima e catartica distruzione psico-fisica”.
Per questi motivi, prima di smarrire la salute e ogni nesso logico tra le proprie speranze e la realtà della vita in un cumulo inestricabile di pericoli veri e false illusioni, questa o.s. si fa portavoce presso le altre OO.SS. per promuovere tra i lavoratori una giornata di chiarificazione collettiva.
Ciò per prendere le distanze dalle risposte banalizzatrici di un mondo del pressappoco e richiamare chi di dovere alle proprie responsabilità. E’ solo svincolandosi da ogni sorta di facile per quanto rischioso compromesso che si può restituire alla propria salute e sicurezza la priorità che merita.
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